Sulle Antille oggi il cielo ha deciso di fare i capricci, mentre i bimbi della scuola ripetono i canti per imparare i numeri, indossando la loro divisa gialla e verde, sostituendo il sole in questa umida giornata. Le tempeste metereologiche qui sono all’ordine del giorno, quelle umane pure…
Proseguiamo nel nostro lavoro a contatto con la natura, sulle sponde oceaniche, esalando i fumi tossici dei rifiuti bruciati nella vicina bidonville. Eppure abbiamo forze innate che neppure noi sappiamo chi ci dona. Don Franco non è nel clima ideale per il suo spazio meditativo nel creare un giardino, il silenzio non è assicurato in questi posti, ci sono i piccoli “soli” che, oltre ad illuminare, rendono splendidamente rumoroso anche il lavoro dei giardinieri.
Lo scalpellino locale sta adattando le pietre alla costruzione di una colonna per ospitare una statua speciale, le maestre ripetono a cantilena le filastrocche per imparare numeri, lettere e saper associare le immagini alla realtà. La maestra della classe dei più grandicelli scrive con un gesso giallo alla lavagna: “L’education est l’art d’elevar les enfants”, i piccoli sbirciano dalle fessure per l’aria dei muri e sfoderano la loro arma letale contro di me, piegato a piantumare le bordure della Kay: un sorriso!!!
Dentini bianchi su un viso che esprime gioia e allegria, un’altra foto che scatto nelle immagini della mia “memoria interna”. Quanto è bello tornare a casa, nella propria quotidianità, con immagini e fotografie, per riguardarsele con calma nei momenti di sconforto, per rialzare lo sguardo e andare avanti… come è bello cogliere l’attimo per scattare fotografie indimenticabili senza perdersi dietro a una macchina digitale ma godendo di quegli istanti così intensamente da saldarli in un ricordo prezioso.
Non è la mera fotografia che mi interessa. Quel che voglio è catturare quel minuto, parte della realtà.
E allora piove? Si, ma continuo a rimuovere zolle, a rispondere alle mille domande in creolo dei piccoli, a togliermi le scarpe e con loro ballare sotto alle foglie di palma, togliermi ogni peso e pensare alla vita che cresce senza far rumor,e ma lasciando una traccia per le generazioni future! Non avrei mai pensato, un giorno, di avere un occhio alle acque dei Caraibi, l’altro ai colori di un giardino tropicale, le mani tra la terra del prato e quelle manine splendide che ti cercano ogni minuto. Il naso respira ben oltre i fumi dei rifiuti, le orecchie assorbono i rumori del porto e sentono un concerto di voci che mai vorrebbero smettere di ascoltare. Imparo canzoncine, imparo a fare il giardiniere, imparo a crescere nella semplicità, imparo e questo mi basta! Continuo a scattare immagini nel cuore, seguendo il consiglio della maestra per cui l’educazione è un’arte e quale miglior scuola di questa: la vita!
D’altronde una fotografia è un segreto che parla di un segreto. Più essa racconta, meno è possibile conoscere.
prof. G.
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