Tu sei qui

29 gennaio - MANI

Trentotto gradi sotto il sole dei Caraibi, il lavoro si fa duro ma i “bonfa-haitiani” proseguono il loro compito nella realizzazione del giardino nella scuola materna annessa all’orfanotrofio di Waf Jeremie. I ritmi incalzanti di don Franco, dall’alba al tramonto, cominciano a produrre i primi nervosismi: Diego, Giacomo e Vittorio uniscono le loro forze al prof. G. e a tre ragazzi locali, Milo e altri due nuovi amici… che vogliono imparare il “mestiere”, per poter mantenere la bellezza tra le recinzioni di questo paradiso nell’inferno della bidonville.

 

Siamo qui a portare bellezza cercando essenze, colori e piante tropicali nei vivai locali, immense distese in piccole e nascoste oasi tra la baraccopoli di Waf, un ammasso di costruzioni in lamiera e legno tra piccoli vicoli con fogne a cielo aperto e un lezzo di spazzatura ed escrementi che ti accompagna ogni ora della giornata. Eppure siamo qui, desiderosi di andare avanti, di compiere questo progetto che esternamente potrebbe non avere un senso ma qui un senso ce l’ha. Perché è presenza. Perché è dimostrazione che qualcosa “si può fare”. Perché qui la vita continuerà, Elì scamperà a questi difficili giorni di malnutrizione e di abbandono, Dieudonné aprirà i suoi occhi a questo mondo e ringrazierà suor Marcella di averlo accolto, i piccoli della Kay Pe’ Giuss diventeranno uomini e donne e andranno incontro ai loro sogni che lentamente stanno sorgendo nei loro occhi… la bellezza comincia dalle nostre mani. Guardandocele ci rendiamo conto che forse saremmo potuti diventare dei musicisti o qualcosa del genere, ma oltre a questo abbiamo avuto il dono di poterle offrire a qualcun altro, senza sprecarle, di metterci mani e testa per dar vita a un piccolo sogno che inizia dall’infanzia.

Le nostre mani! Che gran valore anche se a volte non osserviamo i passaggi tra strette di mano, simboli di conoscenza. O quando tendiamo una mano, sinonimo di aiuto. O quando dimostriamo affetto accarezzando. O quando, paurosi e timorosi, ci teniamo per mano per la paura di perdersi! Qui battiamo i palmi delle mani per applaudire, cantare e giocare… qui usiamo le mani ricordandoci sempre di non usarle mai contro qualcun altro, unico modo negativo che loro hanno di mostrare qualcosa! Una mano qui, nelle Antille haitiane, anche vuota, a volte è di grandissimo aiuto!

E quando avremo finito la nostra piccola missione, allungheremo le nostre mani oltreoceano e le stringeremo virtualmente a queste splendide e meravigliose manine indimenticabili.

 

prof. G.

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